PERCHÉ INVESTIRE IN POLONIA

PERCHÉ INVESTIRE IN POLONIA

LE OPPORTUNITÀ

Fondi europei e Zes
I fondi UE alimenteranno progetti infrastrutturali, industriali e agricoli.
Nelle 14 Zone economiche speciali (Zes), dove l’investimento non può essere inferiore a 100mila euro, sono a disposizione esenzioni fiscali e incentivi per l’assunzione di personale purchè i posti di lavoro siano mantenuti per almeno 5 anni

I NUMERI
81,2 Miliardi di euro. Nel periodo 2007-2013 la Polonia è stato il principale beneficiario dei fondi Ue

I RISCHI
Business Climate 2010
Sace colloca la Polonia nella categoria di rischio 2 (su un totale di 7)
Doing Business: 72° su 183 (precedente: 72° su 183)
Index of economic freedom : 71° su 183 (precedente: 82° su 183)
Corruption perception index: 49° su 180 (precedente: 58° su 180)

LA CONGIUNTURA
Ha retto all’urto della crisi
Anche se interessata dal rallentamento globale, la Polonia ha affrontato la crisi meglio di ogni altra economia della Nuova Europa.
Merito anche del flusso di investimenti diretti esteri: nel primo trimestre 2010 il numero degli investimenti esteri in Polonia é stato di 132 con un aumento sull’analogo periodo del 2009 del 70%.
Alfredo Sessa – Il sole 24 Ore

IL MADE IN ITALY SCOPRE SEI METE OLTRE CINA E INDIA
Egitto, Vietnam, Brasile, Turchia, Corea del Sud e Polonia: segnatevi questi nomi. Saranno le sei stelle polari che nel 2011 guideranno gli investimenti delle Pmi italiane verso i paesi emergenti.
E i grandi Bric? Cina e India non vanno messe da parte, il loro fascino continuerà intatto.
Ma per i player più piccoli le stelle consigliano realtà minori: «Meglio paesi ancora in fase di lancio – sostiene Roberto Giovannini, partner di Kpmg responsabile proprio per il cosiddetto middle market – con alcune caratteristiche comuni: deregulation in corso in alcuni settori chiave dell’economia, allargamento della base manifatturiera, apertura agli investimenti esteri, privatizzazioni, attenzione alle infrastrutture».(continua)
Turchia, Corea del Sud e Polonia sono invece le tre promesse del 2011 secondo il senior economist di Sace, Alessandro Terzulli. Nomi diversi, ma attenzione: c’è un filo che li lega ai tre proposti dagli esperti di Kpmg. «Sono i cosiddetti paesi emergenti “avanzati” – chiarisce Terzulli – ed è in questo gruppo, prima ancora che nei quattro Bric o negli emergenti puri, che vanno cercate le migliori occasioni per le Pmi italiane nel 2011».
Se è vero, come sostengono alla Sace, che alimentari, arredamento e moda sono i settori dove si concentrano le nostre piccole imprese da esportazione, questi comparti «riusciranno a registrare risultati al di sopra della media proprio nei mercati emergenti avanzati.
Per il biennio 2010-2011 Sace prevede un +5,8 per gli alimentari e le bevande, un +8,2% per i mobili e un +7,2 nella moda, con i beni di lusso accessibile che andranno meglio e quelli di fascia media che accuseranno il colpo» ( continua)
Micaela Cappellini Il sole 24 Ore